La Storia di un bambino che non poteva andare a scuola perché ebreo

Per non dimenticare: le leggi razziali nella testimonianza di Ugo Foà

Il 5 settembre 1938, il Governo italiano emanò il Regio Decreto n. 1390, un provvedimento che escludeva i bambini e i docenti ebrei dalle scuole del Regno, anticipando la successiva legge Provvedimenti per la difesa della razza italiana che, a imitazione della Germania nazista, in nome di una presunta inferiorità razziale ebraica e a tutela della superiore razza italiana, limitava le libertà personali e la partecipazione alla vita civile e politica dei cittadini italiani di origine ebraica.
Nel 1938 Ugo Foà aveva solo 10 anni, e in quei primi giorni di settembre si preparava a frequentare il primo ginnasio a Napoli, la sua città, con le normali attese di ogni bambino che si appresta a frequentare un nuovo ciclo di studi. Eppure, quel 5 settembre, i genitori dovettero comunicare ai loro cinque figli, che da quel momento la scuola era loro preclusa in quanto ebrei, e che essi avrebbero garantito loro un’istruzione con insegnanti privati. Dunque privato per 5 anni della scuola pubblica, circa 1000 giorni di scuola.
Ugo Foà oggi ha 97 anni e da circa trent’anni racconta ai ragazzi e ai giovani delle scuole quella storia lontana che ha segnato la sua infanzia e quella della sua famiglia. Ha cominciato a farlo tardi, perché, ci ha raccontato, la sua generazione per molti decenni ha preferito dimenticare, guardare avanti e ricostruire una vita serena, dimenticare gli orrori della guerra, che è seguita pochi anni dopo le leggi razziali e il tragico destino che ha segnato la vita di sei milioni di ebrei in Europa.
Poi è arrivato il tempo in cui ha capito che le giovani generazioni hanno il diritto di sapere, che chi ha vissuto quelle vicende ha il dovere di ricordare, perché un Paese senza memoria è più fragile ed esposto al rischio che si possa banalizzare o addirittura negare ciò che è stato, che simili discriminazioni possano accadere di nuovo, anche sotto altre forme.
Ugo Foà da sette anni viene con generosità e gioia nella nostra scuola a parlarci di una storia dolorosa, terribile, ma lo fa con una serenità che ci spiazza ogni volta, perché ha affrontato la sua lunga vita con una tenace fiducia nel futuro e nei ragazzi che rappresentano questo futuro.
Ci commuove ogni volta quando ci dice che venire a parlare nella nostra scuola e nelle scuole che lo invitano a testimoniare è come riappropriarsi di quei mille giorni di scuola che il Fascismo gli ha tolto.
E i ragazzi ogni volta lo ascoltano con la tenerezza e la partecipazione con cui i nipoti ascoltano un nonno che ha da raccontare una storia importante, che parla con il cuore e con simpatia nei loro confronti.
Hanno partecipato con noi in questa bellissima giornata di testimonianza alcune esponenti delle istituzioni locali: l’assessora alla scuola del II Municipio Paola Rossi, la Dirigente del Commissariato di Polizia di zona, dott.ssa Flaminia Maffei e l’Ispettrice di Polizia Evelina Compare.
Ugo Foà è uno degli ultimi testimoni rimasti in vita che parla ancora alle nuove generazioni delle leggi razziali e di ciò che è seguito per gli ebrei italiani. Siamo consapevoli che ora siamo noi chiamati a testimoniare, per non dimenticare, perché quella storia non si ripeta mai più.

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